sabato 16 aprile 2011

Effetto Alcol: binge drinking

Siamo in Puglia ed una ricerca della Società italiana di alcologia (Sia)  ci costringe ad un'ennesima riflessione sull'abuso di alcol da parte dei giovanissimi. L'indagine dimostra come vi sia  un aumento costante dell'uso di alcol, a livello nazionale e con particolare riferimento alla regione Puglia. I dati sono stati presentati presso la Clinica Medica Mussi del Policlinico di Bari e si riferiscono al cosiddetto binge drinking, l'assunzione di bevande alcoliche a fini di sballo, una "moda" che coinvolge sempre più i giovanissimi rientranti nella fascia di età che va dagli 11 e i 15 anni, con una percentuale in aumento per le ragazze. 
Fonte: La Repubblica (sezione Bari)

Il problema dell'abuso di sostanze alcoliche e di stupefacenti è oggetto di ricerca da molto tempo e viene ciclicamente ripresentato nelle tabelle e nei grafici delle indagini statistiche. Mancano, invece, ricerche in grado di cogliere le motivazioni (il perchè) del bisogno di sballo alcolico e chimico, senza ricorrere alle solite spiegazioni sul disagio individuale ed alle competenze psico-pedagogiche.
Nei servizi per le dipendenze sono ben consapevoli dell'aumento del fenomeno tra le nuove generazioni ma continuano a lavorare sui singoli individui, cercando di trovare nelle loro storie biografiche e nel loro svilluppo individuale, su piano cognitivo-affettivo-comportamentale, le cause ed i rimedi. 
In alcuni servizi si tenta l'approccio sistemico-relazionale che coinvolge la famiglia, come se il processo di socializzazione e di partecipazione sociale si possa concentrare soltanto al suo interno.
Sarebbe invece auspicabile che di fronte a comportamenti che possiamo definire "generalizzati", quindi sociali, vengano attivate competenze sociologiche che non vanno confuse con quelle statistiche. Le indagini quantitative sono utili strumenti per cogliere i numeri e verificare la portata e l'andamento dei fenomeni sociali, ma sono del tutto inutili per comprendere i processi comunicativi. Qualche servizio (ex ser.t)  più lungimirante ha tentato di effettuare ricerche mirate a comprendere la comunicazione tra i ragazzi che si aggregano informalmente, secondo ipotesi alternative ed alla luce di ricerche sulla comunicazione già consolidate, constatando la diffusa incapacità a sostenere una comunicazione interpersonale. Ciò è più visibile soprattutto nei gruppi maschilizzati e in tutte le aggregazioni dove il divertimento (estensione) prende il sopravvento sull'intensità presentandosi come unica alternativa alla noia. Nei gruppi misti (maschi e femmine) in cui la frequentazione è fondata - equamente - sul divertimento e sulla comunicazione interpersonale si osservano, invece, modalità differenti dello stare insieme che rendono marginale il ricorso a surrogati chimici e alcolici. Da ciò la realizzazione di interventi volti a promuovere frequentazioni "sane". 
Purtroppo, tali ricerche restano marginali rispetto alla tradizione psico-pedagogica e statistica mentre sarebbe il caso di  proporle e diffonderle sul territorio e tra gli addetti ai lavori.

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