lunedì 17 gennaio 2011

Tra natura e cultura: la Vita

"Strano" articolo oggi su La Repubblica, scritto da Meil Mac Farquhar, dal titolo "La maledizione Unesco"
La città Djennè, nel Mali orientale, è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'umanità ma pare che i suoi cittadini si sentano come "congelati nel tempo, come pezzi di museo a beneficio dei turisti".

La città di Djenné è famosa per la sua Moschea, la più grande costruzione del mondo in pietra cruda che, quando era nuovamente sul punto di crollare, ha potuto contare sull'intervento della Fondazione Agha Khan che ha finanziato un progetto di ristrutturazione del costo di 900mila.

"Nel 2006, i primi rilevamenti per il restauro innescarono disordini che portarono a saccheggi all'interno della moschea, assalti ad edifici cittadini e distruzione di automobili. Apparentemente la radice delle violenze andava individuata nelle tensioni sviluppatesi tra i 12mila abitanti, in particolare tra i giovani, costretti a vivere nella miseria mentre l'Imam e le famiglie in vista accumulavano ricchezze grazie al turismo. La frustrazione sembra ancora viva tra i residenti, che si mostrano assai più ostili ai turisti rispetto alla popolazione di altre città del Mali. Invece di sorridere lanciano sguardi torvi, e evitano di essere fotografati o chiedono denaro in cambio".

A dispetto di tutti e di tutto, gli abitanti della città vogliono la Modernità, compreso gli elettrodomestici, che antepongono ai beni "culturali", ai castelli, alle cattedrali, alle abitazioni storiche.

In tutto ciò, è facile vedere nel Capitale e nel suo bisogno di nuovi mercati, quindi di una società di consumatori anche di elettrodomestici,  il perchè di tutto ciò.  Sentiremo, infatti, le voci di popolo, pro e contro la democrazia, il liberismo, la modernità. Qualcuno innalzerà la bandiera della Tradizione locale chiedendo - almeno - soluzioni mediate. 
C'è però, un'altro senso, un'altra narrazione.
Oggi, grazie alla tecnologia e all'informazione, la miseria e l'assenza di dignità per la Vita sta oltrepassando i confini territoriali dichiarandosi al mondo in tutta la sua crudezza. Oggi, la partita non è più tra gli elettrodomestici e le pietre delle belle arti, tra la democrazia e l'oligarchia, tra il potere del "simbolico" costruito dai Grandi della Terra (cavalieri, re, regine, papi e papesse) e il potere del "simbolico" costruito dal Denaro e dal Capitale. Oggi, come non mai, si sta affermando una nuova ecologia sociale, quella del "Non Sapere", dal cui stra-ordinario calderone pare emergere una Nuova Sintesi che è però fuori dalla dialettica e che prevede un'unica dicotomia: la Vita che emerge Nuda e si contrappone alla non Vita. Oggi, le singole vite sono abbastanza ricche del proprio specifico Sapere da riconoscersi sempre meno nelle simboliche e nelle diaboliche logiche del Sociale.

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