martedì 14 luglio 2009

Orti insorti


Il 21 luglio si terrà, presso il museo Cervi di Gattatico (tra Parma e Reggio Emilia), lo spettacolo teatrale dal titolo "Orti insorti" (nell'ambito del Festival teatrale di Resistenza), il cui costo del biglietto consiste in "un fiasco di vino, un pezzo di grana e via". L'autrice e protagonista dello spettacolo, Elena Guerrini, ha voluto riportare in memoria forme di socialità e di scambio decurtate del costo aggiuntivo del danaro. La specifica modalità di scambio tra l’Arte (artista) e il fruitore (termine poco felice), coerentemente con l’idea del festival, vuole quindi essere una resistenza all’invadenza della sperequazione generata dal plusvalore, ed un recupero di condizioni preesistenti di attribuzione di senso, date appunto, anche, dal Baratto.
Tali tentativi di resistenza non sono certamente nuovi. Hanno già connotato l’opera di tanti artisti ispirati dalla propria “umana” e sofferta alienazione (estraneità) nei confronti del Mondo esperito, lasciandosi guidare dal Senso (forma umana di elaborazione dell’esperienza) e dal potere creativo del possibile altrimenti, in viaggi che oltrepassano i confini attuali di tempo e spazio.
Di viaggi, tuttavia, ve ne possono essere tanti anche se, a ben vedere, per lo più orientati verso due direzioni: l'ancoraggio a Memorie e a Radici culturali che resiste allo scorrere degli eventi tipici del divenire delle cose. In questo caso, si rispolverano identità, metodologie e conoscenze sul mondo ispirate dal potere dei paradossi, della magia, della riproposizione, anche in chiave ermeneutica, di antichi e misteriosi saperi, etc. All’opposto, l'immersione negli eventi della vita, replicando e rappresentando spezzoni usa e getta di vita quotidiana, ad uso e consumo dello stesso divenire. La sofferenza viene quindi esorcizzata mediante ulteriore sofferenza, la verità è tale soltanto nei laboratori e nella aule dei tribunali, l’interrogazione si realizza nelle aule scolastiche, le identità sono optional, e così via.
In mezzo, con-fusioni più o meno bilanciate.
Ma siamo sicuri che l'Arte si possa esprimere soltanto in tal senso?
Se riteniamo che essa non sia mera rappresentazione del già conosciuto e vogliamo mantenerne la sua essenza creativa, dobbiamo attribuirle capacità di sintesi creativa e cercarne la sua espressione in ogni tentativo di varcare i limiti del nuovo e del vecchio, dell'assoluto e del relativo, del mistero e dell'evidenza, dell'intuizione e della riflessione, nella matura consapevolezza che di certezza ve n'è una sola: il filo conduttore che anima ogni cercare è la vita, ogni Singola Vita, che è l'espressione d'Arte originaria e assoluta.
Soltanto a partire da qui e da ogni evento che rimanda alla vita, in tutta la sua umile potenza, può esserci resistenza e proposizione di nuove condizioni - non alienanti, di esistenza, nel pieno rispetto della Creazione.
Detto ciò, mi auguro che lo spettacolo di cui sopra, ma anche l'intero festival, con le sue buone potenzialità, possa esprimersi al massimo, dando spazio non soltanto alle "antichità".

mercoledì 1 luglio 2009

I fatti di Genova



Il pubblico ministero accusa l'ex capo della polizia De Gennaro e chiede due anni di carcere per i fatti sanguinosi del 2001 avvenuti, in concomitanza del G8 e ai danni dei giovani no global, presso la scuola Diaz di Genova. .
Ricordo molto bene quei fatti anche per i racconti di un caro amico dell'epoca - no global e, soprattutto, pacifista, che a Genova si trovò coinvolto e amaramente riportò la sua testimonianza che mi fece davvero rabbrividire.
Non deve più accadere. Che giustizia sia fatta.