martedì 19 gennaio 2010

Bettino Craxi

Quanto accade in Italia è sempre più sorprendente. Commemorare un politico che ha fatto il suo dovere per certi versi (veniva regolarmente pagato dai cittadini italiani) ma che ha preferito l'illegalità per altri, aderendo ad un "modo di fare politica" fatto di privilegi e interessi privati, mi pare a dir poco sconsiderato. Concordo pienamente con quanto sostiene Eugenio Scalfaro quando dice che gli elementi positivi nel governo di Craxi - con riferimento alla politica estera - non costituivano una novità ma una prosecuzione della politica italiana di quegli anni, mentre non va sottaciuta e, soprattutto, dimenticata, la disinvoltura con cui i politici di quegli anni partecipavano al "sistema di corruttela" di cui Craxi "ne fu un attivo organizzatore, con una differenza rispetto agli altri partiti di governo: il leader del Psi non si limitò a fruire delle "dazioni" ma intervenne sulle singole imprese e sulle singole loro operazioni tassandole o facendole escludere dalle gare. Tralasciamo per carità di patria i decreti in favore di Fininvest".
Ricordo bene i socialisti di quegli anni. Li ricordo anche in Puglia, dove il "sistema della corruttela" era parte integrante dell'amministrazione.
Il fatto è che ancora oggi, ed in maniera trasversale ad ogni partito e coalizione, il motto sempre verde "con noi o contro di noi", continua a connotare la politica, cosicché  lo strumento democratico dell'Alternanza assume un solo significato: "oggi ci siamo noi e ce la godiamo; domani toccherà agli altri". Non a caso la commemorazione di Bettino Craxi.

giovedì 14 gennaio 2010

Terra



a piedi nudi
il ritorno
 

nessuna cattedra, orpello, cavaliere

Obama e la tassa sulla responsabilità

Dopo aver elargito denaro alle grandi imprese finanziarie, il Presidente degli Stati Uniti d'America scopre - ahimè - che non è cambiato nulla e che le operazioni delle banche di Wall Street sono di tipo capitalistico: enormi profitti e bonus "osceni". Se ne  accorge e decide di porre rimedio chiedendo la restituzione di 117 miliardi di dollari alle grandi imprese finanziarie, bancarie ed assicurative. Ovvio che bisognerà attendere. La parola definitiva spetterà, nel 2011, al Congresso che potrebbe rifiutare. Che congresso sarebbe se non rispettasse il pluralismo. La tassa avrà una durata "minima" di dieci anni. Dall'operazione governativa sono escluse le società automobilistiche.
La recessione? i disoccupati? la povertà? chissà! Se necessario, si assumeranno più assistenti sociali, si promuoverà il volontariato e le società caritatevoli. In fondo, come dicono anche in casa nostra, la carità non si nega a nessuno! 

sabato 9 gennaio 2010

Rose e gioia per gli schiavi

Siamo a Rosarno, nella piana di Gioia Tauro - che di gioia ha mantenuto soltanto il nome, ed è guerra. A scatenarla, come accadde alla vicina Campania, sono stati gli Stranieri, quelli giunti da lontano per un "pezzo di pane" e scaraventati in lager fatti di isolamento, degrado culturale e sfruttamento lavorativo. Soltanto qualche mese fa, imprenditori calabresi vennero arrestati per "riduzione in schiavitù" di alcuni immigrati. E siamo in Italia, non nei peggiori incubi degli italiani ma nella loro vita quotidiana, intrisa di prevaricazione sino all'inverosimile.
Una voce, tra i commenti di chi ha la responsabilità, politica e morale, sembra sintetizzare l'accaduto con estrema lucidità: "Bando ai buonismi e alle cose non dette: in Italia esiste la schiavitù. In uno stato civile, moderno e democratico, non si può tollerare che migliaia di persone vivano nell'indigenza più totale, senza il minimo di dignità che dovrebbe essere garantita non tanto da leggi, fondi pubblici o piani di integrazione, quanto dalla civiltà di ognuno di noi" (Fondazione Farefuturo presieduta da Fini).
Tutto ciò deve far riflettere, e tanto! La Calabria, in particolar modo, deve trovare il senso profondo della civiltà e diffonderlo anche al di fuori dei Tribunali.

venerdì 1 gennaio 2010

Per un 2010 di ... Fiducia

Si narra la storia di un monaco zen che pianse all'annuncio della morte di un suo stretto congiunto. Quando uno dei discepoli obiettò che era molto strano per un monaco far mostra di un attaccamento così personale, egli replicò: "Non essere sciocco! Io piango perché ho voglia di piangere".
Così Yun-mein, quando dice: "Nel camminare, camminate. Sedendo, sedete. Soprattutto non tentennate".
Poiché la qualità essenziale della naturalezza è la sincerità della mente indivisa che non oscilla tra alternative. L'unica alternativa a un'orrenda paralisi è balzare nell'azione.
Così quando a Yu-men fu chiesto: "Cos'è il Tao?" egli rispose semplicemente: "Cammina!"
(La Via dello Zen, Alan W. Watts)