Quanto accade in Italia è sempre più sorprendente. Commemorare un politico che ha fatto il suo dovere per certi versi (veniva regolarmente pagato dai cittadini italiani) ma che ha preferito l'illegalità per altri, aderendo ad un "modo di fare politica" fatto di privilegi e interessi privati, mi pare a dir poco sconsiderato. Concordo pienamente con quanto sostiene Eugenio Scalfaro quando dice che gli elementi positivi nel governo di Craxi - con riferimento alla politica estera - non costituivano una novità ma una prosecuzione della politica italiana di quegli anni, mentre non va sottaciuta e, soprattutto, dimenticata, la disinvoltura con cui i politici di quegli anni partecipavano al "sistema di corruttela" di cui Craxi "ne fu un attivo organizzatore, con una differenza rispetto agli altri partiti di governo: il leader del Psi non si limitò a fruire delle "dazioni" ma intervenne sulle singole imprese e sulle singole loro operazioni tassandole o facendole escludere dalle gare. Tralasciamo per carità di patria i decreti in favore di Fininvest".
Ricordo bene i socialisti di quegli anni. Li ricordo anche in Puglia, dove il "sistema della corruttela" era parte integrante dell'amministrazione.
Il fatto è che ancora oggi, ed in maniera trasversale ad ogni partito e coalizione, il motto sempre verde "con noi o contro di noi", continua a connotare la politica, cosicché lo strumento democratico dell'Alternanza assume un solo significato: "oggi ci siamo noi e ce la godiamo; domani toccherà agli altri". Non a caso la commemorazione di Bettino Craxi.
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