Modernità significa innovazione ma anche inflazione dei rifiuti. Così succede che in Italia un gruppo di ghanesi decida di utilizzare gli elettrodomestici usati secondo una vera e propria eco-logica del riutilizzo, inserendoli in un nuovo mercato che crea lavoro e risponde ai bisogni delle fasce più deboli: in Italia e in Africa (il fatto che vengano rivenduti come "beni di lusso" ci fa riflettere ulteriormente).
Peccato che si tratta di un mercato illegale basato sul "furto" e sulla "ricettazione".
Eppure potrebbe diventare legale a tutti gli effetti e con ottime conseguenze sul piano del lavoro (cooperative o altre forme di imprenditoria) e del riciclo, senza costi aggiuntivi per le amministrazioni locali. Basti pensare che l'allestimento di un'isola ecologica ha un costo che supera i 100.000 euro e non vi è garanzia sul raggiungimento degli obiettivi dato che spesso rimane inutilizzata. Ben spiega Jacopo Giliberto nel suo articolo: jacopogiliberto.blog.ilsole24ore.com/correnti/2011/01/rifiuti-di-napoli-la-mangiatoia-le-136-isole-ecologiche-pagate-carissime-e-abbandonate.html
Ritengo che le comunità locali possano fare uno sforzo cognitivo e organizzativo per trovare soluzioni ai problemi (quello dei rifiuti è sicuramente rilevante) e nel migliore dei modi, evitando di dare il fianco a speculazioni e scelte da codice penale.
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