lunedì 23 febbraio 2009

I Rom in Italia



Come definire i gruppi di cittadini di origine rom che vivono in maniera stanziale da decenni in Italia, i cui figli vanno regolarmente a scuola ed ai quali da un decennio è stata fatta promessa di inserimento sociale ed abitativo definitivo? Sono Nomadi? Perché vengono trasportati, da un campo "nomade" all'altro, in luoghi sempre più isolati?
Da ricordare: sono tanti e ci sono donne e bambini.
La situazione italiana pare ormai paradossale, lontana anni luce dal senso reale di coesione sociale ma anche dalla lungimiranza ed efficienza che caratterizzano altri paesi europei come, ad esempio, la Spagna.
Riccardo Iacone ci ha ieri presentato - in RAI, uno spaccato sul mondo Rom e Sinti stra-ordinario ed illuminante su molti versanti. Evidente è l'assenza di intelligenza dei nostri politici, di destra e di sinistra (con l'esclusione di poche "teste ben fatte" come direbbe Edgar Morin) che rispecchia perfettamente quella della gente del nord e del sud dell'Italia (ciascuno con le proprie specificità). Qui, infatti, non si tratta soltanto dell'assenza di valori culturali e "umani" ma della incapacità gestionale dei problemi - a partire da quello concernente la sicurezza, che vengono affrontati con misure rozze, costose, e senza riguardo alle conseguenze - seppure di medio termine.
Perché lasciare che pratiche di abuso e di promozione della delinquenza (anche interne agli stessi nuclei rom) continuino indisturbate? Perché non promuovere seriamente l'inserimento sociale, anche a partire dall'inserimento abitativo? Perché lasciare che il degrado urbano e sociale così come l'ignoranza populista ed utilitaristica che connotano questo Paese da nord a sud, rimangano invariati? Sentire e vedere le reazioni (del tutto equiparabili) dei "campani" di Ponticelli e dei "veneti" di Mestre, mi ha dato il senso reale delle difficili condizioni sociali in cui versa l'Italia.
Di una cosa sono certa: l'assenza di responsabilità deve avere un costo che non può scomparire a conclusione del mandato politico.

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