domenica 1 febbraio 2009

La Diversità tra normalità ed osceno


Da una parte la rappresentazione che soddisfa le aspettative sociali generalizzate, dall'altra l’osceno, ciò che sta "fuori dalla scena", fuori dal palcoscenico, ciò che è escluso e tenuto ai margini della ‘normalità’.
Sulla bilancia che fa oscillare normalità e devianza sociale, i mass media giocano un ruolo primario, dettato dall’obbedienza all’audience (lo spirito santo), l'approdo del fiume entro il quale scorre il Tutto. Costretti ad informare, quindi a produrre novità, vanno a caccia dell’osceno e quando ne trovano uno presentabile lo propongono collocandolo nel palinsesto ed in pulp position. Non sempre l’osceno è candidato alle migliori cariche. Deve mostrare di essere gradito, di essere –come dire, un po’ “normale”. Osservando i cosiddetti reality pare di cogliere qualcosa del genere: la normalizzazione di osceni dati dal genere (maschile-femminile), dalla nazionalità (autoctono-straniero), dalle abilità (udente-non udente), dall’età (giovane-vecchio), dallo status giuridico (incensurato-con precedenti penali), e così via.
Se è vero - ed è così sino a prova contraria, che ciò che sappiamo sulla società ci viene dai mass media, è facile intravedere in tutto ciò una destrutturazione delle vecchie figure dell'osceno che si trasformano in 'normalità'.
Chissà che in un futuro non molto lontano non divenga normale storcere il naso di fronte a banchieri, manager, mogli di manager, vip e compagnia bella!

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