martedì 15 settembre 2009

Banchieri ravvedetevi



Un Barack Obama ostinato, tanto ostinato da chiedere ravvedimenti anche agli squali di Wall Street. Questioni bollenti nelle sue mani: la sanità da una parte, il capitalismo finanziario dall'altra. Lui vuole nuove Regole.

Da la Repubblica:

"Più poteri alla banca centrale nel disciplinare i colossi del credito; nuove tutele ai risparmiatori e ai debitori con un´apposita authority federale; limiti alle super-retribuzioni dei banchieri. È un progetto per l´America e per il resto del mondo: è l´agenda che Obama proporrà al G-20 di Pittsburgh, ai leader europei e asiatici."

Obama redarguisce i "miracolati del dopo-Lehman. Quelli che furono salvati dalla bancarotta grazie a massicci aiuti statali – 2.500 miliardi di dollari – e ora dominano di nuovo le classifiche dei superstipendi":

«Voglio che tutti qua dentro ascoltino bene le mie parole. Non torneremo ai giorni dei comportamenti irresponsabili e degli eccessi incontrollati che furono la causa della crisi, quando troppi furono motivati solo dall´ingordigia. Wall Street non può riprendere la corsa al rischio senza curarsi delle conseguenze, non può aspettarsi che anche la prossima volta sia il contribuente a salvarla dalla caduta».

Obama:

"Erede della più grande recessione dagli anni Trenta, Obama si trova a gestire il 26% di tutta l´economia americana: la massima estensione dello Stato dalla seconda guerra mondiale. Il governo è azionista di maggioranza della General Motors (60%), del gigante assicurativo Aig, (80%), della Citigroup che fu la più grande banca del mondo. Nel frattempo i banchieri hanno accantonato in bilancio nel primo semestre di quest´anno ben 61 miliardi di dollari per remunerare se stessi e i loro trader che hanno ripreso a cavalcare speculazioni ad alto rischio. Per Obama non sarà semplice mettergli il guinzaglio. Il Congresso che deve approvare le nuove regole della finanza è già impantanato con la riforma sanitaria. Le lobby bancarie hanno aperto nuove succursali a Washington per irrorare i legislatori di finanziamenti generosi e annacquare le riforme. Un commento indiretto a questi comportamenti ieri è venuto dal tribunale federale che ha condannato Bank of America e Merrill Lynch per i 3,6 miliardi di bonus pagati ai dirigenti l´anno scorso, proprio all´apice del disastro. «Un insulto alle più elementari nozioni di giustizia e moralità», si legge nella sentenza. Ma nel silenzio dei banchieri che ieri ascoltavano la filippica di Obama non c´era l´ombra di un ravvedimento." (Federico Rampini)

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