sabato 12 settembre 2009

In Calabria il mercantile della morte


Di questo pomeriggio è la notizia ufficiale che in Calabria, dietro indicazioni di un pentito di mafia, è stata trovato un mercantile pieno di fusti di rifiuti radioattivi (sarebbero 120). Grazie all'assessorato all'ambiente che ha messo a disposizione i fondi necessari (in procura mancano anche quelli per le fotocopie) è stato possibile individuare la nave e fotografarla. Sarebbe una di tre navi piene di veleno mortale fatte sparire nei nostri mari. "Certo, per avere la certezza matematica di cosa ci sia in quei fusti occorre aspettare che vengano tirati fuori dall'acqua e analizzati. Ma a questo punto il quadro sembra completo anche in considerazione della presenza di un'altra nave nei fondali di Amantea, la Jolli Rosso e del recente ritrovamento in zona di una collina di rifiuti radioattivi. Per non parlare dell'aumento dei tumori sulla costa, sui quali indaga proprio la Procura di Paola" (Da La Repubblica)
Non sarà facile procedere nel recupero dei rifiuti radioattivi. L'operazione è rischiosa. Molto. "A quella profondità - dice il Procuratore Capo - la pressione è tale che non si sa fino a che punto dei fusti possano reggere senza spargere il loro contenuto in mare. E non sappiamo quanto siano isolati" (ibidem).
Qui non ci sono in ballo i soldi dei risparmiatori o la reputazione di qualche leader. Qui è in ballo la Vita umana di civili innocenti che abitano le coste dei nostri mari. Perché il mare non ha confini e porta tutto con sé, ovunque vada la corrente.
Qui c'è da riflettere seriamente. Non si può più eludere l'ineluttabile realtà che siamo tutti legati, l'uno all'altro: ciò che accade in una parte del mondo ha conseguenze su tutte le altre. Il che significa che la Mafia non è soltanto cosa di Sicilia o del Sud d'Italia. La Mafia è cosa che riguarda tutti.
Non è proprio più possibile affermare monoculture ed etnocentrismi. Azioni orientate in tal senso dovrebbero essere perseguite penalmente, subito.

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